Il neuromarketing elettorale è l’ultima frontiera delle campagne elettorali e quella che può dare maggiori indicazioni su cosa interessa veramente agli elettori.
La continua ricerca di attività di marketing più specializzate ha spinto gli operatori del settore ad affidarsi anche alle neuroscienze per campagne di marketing mirate al cervello del consumatore. È nata così una specializzazione del marketing: il neuromarketing.
Un numero crescente di pubblicazioni scientifiche e l’attenzione di grandi marchi conferma il potenziale del neuromarketing per affinare attività di preparazione dei prodotti e di marketing vero e proprio.
Neuromarketing nella campagna elettorale
Poiché anche gli elettori sono soggetti sottoposti ad azioni e sollecitazioni di marketing, soprattutto in campagna elettorale, ma comunque sempre oggetto di sollecitazioni da parte dei politici per testare reazioni su specifici tematiche, si sta sviluppando una ulteriore specificazione: il neuromarketing elettorale.
Il neuromarketing elettorale utilizza le potenzialità offerte dalle neuroscienze – risonanza magnetica funzionale, elettroencefalogramma, tracciamento dello sguardo – per capire le reazioni, inconsce e profonde, degli elettori agli stimoli dovuti agli argomenti proposti. La misurazione di queste reazioni può essere poi correlata al voto, dove però entrano ulteriori stimoli. La crescente fluidità dell’elettorato induce a pensare che una componente determinante nella scelta dipenda da quel profondo che solo le neuroscienze riescono ad indagare prima di avere il risultato delle urne.
Naturalmente non si possono trascurare le implicazioni relative all’etica nell’utilizzo delle neuroscienze per la campagna elettorale.
Etica e neuromarketing
Qui ce ne interessiamo per la novità della materia e le implicazioni sul risultato del voto, rimandandovi al sito Neuromarketing elettorale per gli approfondimenti.